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ANCI NAZIONALE: BIONDI, “NON SONO IN CORSA”, “PER ALBANO POPULISTA? SONO NATO IN CASA POPOLARE” | Notizie di cronaca


L’AQUILA – “Io candidato presidente nazionale Anci? Sono ricostruzioni che non trovano riscontro nella realtà, anche perché sono consapevole dei miei limiti e sono consapevole anche che il mio mandato da sindaco avrà una prospettiva di altri due anni e mezzo, se tutto andrà bene”.

A smentire l’ipotesi formulata dal settimanale Panorama, in vista dell’assemblea annuale dell’Associazione nazionale comuni italiani a Torino, dal 22 al 24 novembre, dove si dovrà eleggere il successore di Antonio Decaro del Pd, già sindaco di Bari ed ora parlamentare europeo, è lo stesso sindaco dell’Aquila, il 49enne Pierluigi Biondi, di Fdi, fresco di nomina a presidente dell’Anci Abruzzo, e  responsabile nazionale enti locali di Fdi.

Nell’intervista ad Abruzzoweb tra politica locale e nazionale, verso la qualche è proiettato visto che nel 2027 termina il suo mandato e, come si dice da tempo, è pronto per lui un posto blindato in parlamento, potendo contare su una amicizia di vecchia data con la premier Giorgia Meloni, tra l’altro eletta deputato nel collegio L’Aquila -Teramo.

Nell’intervista poi Biondi respinge gli attacchi del centrosinistra dopo la sua nomina a presidente regionale Anci, augura buon lavoro al candidato unico alla segreteria provinciale del Pd, Stefano Albano, capogruppo in consiglio comunale del capoluogo, ma che auspica che possa discostarsi dalla linea politica della leader Elly Schlein, “fatta di attacchi personali senza proposte”, e respinge al mittente quanto dal dem affermato, ovvero che “Biondi rappresenta il modello deteriore di questo centrodestra, per la marcata componente populista”. Biondi ricorda a tal proposito di essere nato e vissuto in una casa popolare, e come dimostrano i risultati elettorali conosce e cerca di risolvere le esigenze e problemi dei cittadini, e che quindi sì, da questo punto di vista “sono populista”.

Per quanto riguarda l’Anci nazionale sottolinea dunque Biondi, “sarei eventualmente il presidente a tempo di un Anci che invece ha bisogno di una guida solida e duratura”.

Lasciando anche intendere che la nomina spetterà al centrosinistra, dove però sono in lizza il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e quello di Torino, Stefano Lo Russo.

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Nell’intervista poi Biondi respinge gli attacchi del centrosinistra dopo la sua nomina a presidente regionale Anci e all’accusa di essere un populista, augurandosi che il candidato unico alla segreteria provinciale del Pd, Stefano Albano, capogruppo in consiglio comunale del capoluogo, possa discostarsi dalla linea politica della leader Elly Schlein, “fatta di attacchi personali senza proposte”, e respinge al mittente quanto dal dem affermato, ovvero che “Biondi rappresenta il modello deteriore di questo centrodestra, per la marcata componente populista”

Tornando all’Anci nazionale: “C’è un riconoscimento in capo al Partito democratico dell’individuazione del candidato presidente, ma la cosa che notiamo con un certo disappunto è che ha poche giorni dall’avvio dei lavori al congresso di Torino, ancora non abbiamo un nome perché Schlein, non scioglie la riserva fra due persone validissime, che tra l’altro conosco bene e che entrambi sarebbero ottimi presidenti, che di fatto però vengono delegittimati dal loro stesso partito e dalle dalle guerre che vive a livello geografico e di correnti”.

Insomma,  non c’è in serbo una offensiva di Fdi e della leader e presidente del Consiglio Giorgia Meloni, per conquistare anche una associazione storicamente in mano alla sinistra, almeno puntando sul suo amico di vecchia data, Biondi, che dopo essere stato sindaco della piccola Villa Sant’Angelo, nell’Aquilano, contro ogni pronostico è diventato sindaco dell’Aquila nel 2017, il primo in assoluto per Fratelli d’Italia in un capoluogo di regione, confermato per di più nettamente al primo turno nel giugno 2022. Biondi ha tirato anche la volata al presidente, Marco Marsilio, anche lui meloniano di ferro e mandato da Roma dall’ora premier, riconfermato per uno storico secondo mandato nel marzo scorso, eletto per la prima nel febbraio 2019.

Biondi poi replica, ancora una volta alle bordate del centrosinistra abruzzese per la sua nomina a presidente regionale Anci, con l’accusa che non difenderà gli interessi dei comuni ma farà da “passacarte”, e difensore d’ufficio” del governo amico.

“Non mi sono mai sottratto nel difendere le esigenze del territorio nel momento stesso in cui quelle si manifestavano a prescindere da governi regionali e nazionali. Piuttosto mi sembra che ci sia stato un assordante silenzio da parte del Pd nel corso degli anni in cui i governi tecnici  hanno tagliato oltre 6 miliardi di euro agli enti locali, così come non c’è stata una voce del Pd sulla spending review informatica del secondo governo giallorosso di Giuseppe Conte“.

E assicura, “con questo governo non si parla più di tagli, ma di accantonamenti, perchè bisogna rispettare la cosiddetta traiettoria Europea, il Patto di stabilità, e il governo ha chiesto dei sacrifici a tutti. Del resto abbiamo ereditato il fardello pesantissimo del superbonus. Accantonamenti che quest’anno valgono 130 milioni di euro e di contro ci sono 100 milioni di euro per i minori e 56 milioni di euro per la cosiddetta perequazione verticale”.

E aggiunge però: “certo questo non basta, abbiamo chiesto il superamento del blocco del turnover al 75% per le assunzioni, abbiamo chiesto la possibilità di utilizzare gli avanzi di amministrazione non vincolati per sostenere la spesa in alcuni settori”.

E sempre a proposito di Pd, ecco cosa dice Biondi sul candidato unico del Pd provinciale dell’Aquila, Stefano Albano, capogruppo in consiglio comunale del capoluogo.

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“Gli faccio naturalmente gli auguri, perché io credo che un Partito democratico forte e contribuisca a rendere forte anche l’alleanza del centrodestra. Dopodiché continuo a notare che prevale il modello Elly Schlein, degli attacchi contro qualcuno, piuttosto che dei progetti e delle idee. Ho sentito dichiarazioni in cui addirittura vengo definito marcatamente populista. E dipende però come intendiamo il termine populista. Se si intende che sono una mezza specie di sceriffo o di caudillo, i fatti e i risultati stanno lì a smentirlo. Se per populista si intende qualcuno che abbia un rapporto diretto con il popolo, questo invece lo rivendico. Sono nato e cresciuto in una casa popolare, in un quartiere popolare, quindi se per populista si intende qualcuno che ascolta i sentimenti del popolo, direi di sì, lo sono, e ci sono anche i risultati elettorali che lo certificano”.

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