AUTOSTRADA – «E’ maturato un largo consenso in regione sulla necessità di questa realizzazione. Siamo pertanto in attesa del preannunciato inizio del procedimento che partirà con la presentazione dello studio di fattibilità e delle alternative progettuali»
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«Dopo il Convegno dello scorso mese di ottobre e il dibattito conseguente è opportuno fare un punto sul tema degli arretramenti della ferrovia e dell’autostrada. Innanzitutto, occorre evidenziare che in merito al progetto della nuova ferrovia arretrata per AV, AC e treni merci, lasciando l’attuale tratto con le relative stazioni come metropolitana di superficie, è maturato un largo consenso in regione sulla necessità di questa realizzazione, siamo pertanto in attesa del preannunciato inizio del procedimento che partirà con la presentazione dello studio di fattibilità e delle alternative progettuali», è la nota del comitato per l’arretramento della A14 e Fs Marche sud.
«Qualcuno ha evidenziato il pericolo che, trattandosi di realizzazioni a stralcio, il progetto si possa fermare in Romagna – continuano – . A tal riguardo è doveroso far presente che il progetto acquisisce credibilità se le realizzazioni delle nuove stazioni connesse con l’AV riguardano esclusivamente i capoluoghi di regione, in tal modo è realistico chiedere che il primo stralcio arrivi sino ad Ancona. Eventuali implementazioni con altre stazioni nella stessa regione possono essere prese in considerazione solo dopo aver realizzato l’intera linea sulla dorsale adriatica sino a Bari. Per quanto riguarda l’altro tema collegato dell’autostrada nelle Marche sud prendiamo atto che è emersa una sostanziale convergenza con alcune associazioni ambientaliste che ritengono inopportuna la realizzazione della terza corsia. Si confrontano al riguardo tre possibile alternative sul tipo di intervento da realizzare. Alcuni insistono sul tema terza corsia, ma occorre prendere atto che questa ipotesi progettuale è stata valutata da ASPI ed è stata ritenuta troppo costosa, troppo complessa, troppo rischiosa e pertanto non è stata inserita nel Piano delle Opere. Si ritorna pertanto a quanto già emerso nel 2006 negli atti propedeutici alla realizzazione della terza corsia sino a Porto Sant’Elpidio che appunto non prevedeva un prolungamento della terza corsia nelle Marche sud per le evidenti problematiche ambientali presenti su questo tratto tenendo anche conto anche dell’allora legittima richiesta dei Comuni di Porto San Giorgio e Fermo che chiedevano una progettazione unitaria dell’intervento sino a San Benedetto del Tronto».
«Non avrebbe infatti alcun senso prolungare la terza corsia sino a Pedaso per i gravi rischi idrogeologici certificati, creando disagi, morti e feriti per 10 anni conseguenti ai lavori attigui al traffico, senza risolvere alcun problema – ribadiscono dal comitato –. Le citate associazioni ambientaliste propongono in alternativa all’intervento per l’autostrada la realizzazione della Mezzina di cui si parla da decenni, mentre varie realtà stanno proponendo l’alternativa della bretella autostradale arretrata a 4 corsie che da Porto Sant’Elpidio arrivi sino al raccordo di Mosciano con A14 e A24. Con tale ipotesi risolveremmo i problemi ambientali sulla costa, i problemi di sicurezza presente su questo tratto dell’A14, avremmo un impatto ambientale molto minore rispetto alla realizzazione della Mezzina in quanto l’auspicata realizzazione nello stesso sito di nuova ferrovia e nuova autostrada garantirebbe un passaggio in larga parte interrato senza impattanti cavalcavia e portando i caselli e gli svincoli nelle aree commerciali ed industriali delle vallate. Raccorderemo in tal modo le aree interne ad un asse di comunicazione primario contribuendo a frenare uno spopolamento che sembra inarrestabile».
«Non secondario inoltre l’aspetto finanziario in quanto, mentre la realizzazione della terza corsia e della Mezzina dovrebbe gravare solo sul bilancio dello Stato che non sembra avere margini, con la nuova bretella autostradale il concessionario “catturerebbe valore” attraverso pedaggi aggiuntivi che ben volentieri sarebbero pagati dalla comunità locale al posto di transiti in strade provinciali e comunali mal ridotte, pertanto il concessionario potrebbe essere ragionevolmente coinvolto con risorse proprie nella realizzazione dell’opera – è la conclusione – . Tutti gli aspetti evidenziati sono però ancora ancora insufficienti per prendere una decisione da parte della Politica e condivisa dalla Comunità. Occorre procedere con quanto previsto dalla legge, valutazione delle alternative progettuali, dibattito pubblico e scelta che si impone come la più ragionevole».
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