Marisa Garofalo, sorella di Lea e Presidente di Giuria del Premio Nazionale dedicato proprio a sua sorella. Quest’anno siamo arrivati alla terza edizione. Alla nascita di questo premio se lo aspettava che continuasse a svolgersi nel corso degli anni?
Si, mi aspettavo che il premio continuasse. Intanto siamo arrivati alla III Edizione e poi non ho mai dubitato della serietà e dell’impegno sia dell’associazione Dioghenes APS ma soprattutto di Paolo De Chiara perché ha voluto fortemente che si facesse il Premio dedicato a Lea.
Il primo anno è stato fatto a Petilia Policastro ed è andato molto bene; il secondo anno a Casoli e quest’anno si farà a Cittanova.
Sono sicura che questo premio andrà avanti per tantissimi anni, anche perché nessuno di noi ha l’intenzione di mollare e di smettere con l’impegno nel ricordare Lea e di fare questo premio impegnandoci tutti alla stessa maniera.
Sono passati quasi 15 anni dalla morte di tua sorella e di cose ne sono cambiate molte. Hai notato questo cambiamento, sia nella mentalità sia nella possibilità di poter parlare di queste tematiche nel corso del tempo?
Si, sono passati 15 anni dalla morte di Lea e devo dire che inizialmente ho notato che la gente non partecipava né a queste giornate né tantomeno interagendo sui social ad esempio, sia nei post che in altro.
A distanza di anni non è più così perché ci sono centinaia di interazioni online e una grossa presenza di presenza, pure a queste giornate, anche perché in questi anni insieme a Paolo De Chiara, e anche a tanti altre persone di varie associazioni, abbiamo fatto un gran lavoro nel senso che abbiamo portato avanti la vicenda e la storia di Lea nelle scuole e nei comuni.
Quindi insieme stiamo dando voce e la sua storia è conosciuta, lo noto anche dai tanti eventi che si fanno per ricordarla. Quello che a me preme fare di più è andare nelle scuole perché vedo che i ragazzi, ogni volta che parlo di Lea, si commuovono e addirittura ci sono ragazzi che si mettono a piangere e partecipano tramite domande molto intelligenti.
Sono ragazzi preparati, anche perché prima di fare i convegni ne parlano a scuola e con gli insegnanti; alcuni di loro hanno letto il libro e hanno visto il film e quindi vengono alle giornate sapendo chi è Lea Garofalo, e questo è molto importante. A me fa molto piacere informare i ragazzi perché, alla fine, passa questo messaggio di coraggio che Lea ha avuto, questo coraggio anche dettato dall’amore, dall’amore per sua figlia Denise.
Andando al tema scuole, dove tra le altre cose si svolge il Premio. Riesci a far passare il messaggio che ha lasciato tua sorella Lea? E gli alunni cercano di capire la storia di sua sorella ed appassionarsi della cultura della legalità?
Io comunque penso che gli alunni si appassionano molto di più alla cultura della legalità.
Bisogna naturalmente lavorarci sia nelle scuole che nelle famiglie. Infatti, secondo me, quelli che si appassionano di meno sono sempre gli adulti. In queste nuove generazioni vedo che c’è la volontà di crescere e formarsi anche all’insegna della legalità e delle regole; naturalmente sono ragazzi che vanno seguiti. Io dico sempre che ci vuole quella continuità educativa tra scuola e famiglia e rispetto delle regole. Solo così potranno diventare adulti, maturi e magari un domani possono diventare dei professionisti; sicuramente rappresentano il futuro del nostro Paese.
Quindi io ho molta fiducia e speranza nei giovani.
Come dicevamo siamo arrivati alla terza edizione del Premio. Proprio da Presidente di Giuria cosa ti aspetti da questa terza edizione?
Si, quest’anno siamo arrivati alla III Edizione del Premio dedicato a Lea. Io da Presidente di giuria, a parte che sono rimasta soddisfatta dalle altre due edizioni, come ben sappiamo in tutti i premi c’è qualcosa da migliorare sempre anche perché ti vengono nuove idee e però sono anche molto soddisfatta dai Testimoni del nostro tempo che ogni anno scegliamo accuratamente, insieme a Paolo De Chiara e Pino Cassata.
Sono dei personaggi che lottano contro le mafie e sono persone che si impegnano per il bene sociale. Quindi i personaggi che noi scegliamo sono persone scelte non a caso, insieme decidiamo chi veramente può ricevere il Premio Lea Garofalo senza nessuna ombra. Di questo ne sono e ne siamo sicuri, insieme a Paolo e a Pino.
Io mi aspetto che questo premio si svolga nel migliore dei modi possibile e che ci sono anche i ragazzi delle scuole che riceveranno dei premi, questa è la cosa più gratificante perché vedere i ragazzi ricevere il premio Lea Garofalo per i loro elaborati è una cosa bellissima nel vederli pure emozionati. Mi ricordo l’anno scorso a Casoli, quando sono stati premiati glia alunni sia calabresi che di una scuola di Brescia, vedere i loro volti molto soddisfatti, oltre che alle professoresse, per me è una gioia immensa.
Quindi quest’anno mi aspetto che il premio abbia ancora un qualcosa in più, rispetto agli scorsi anni, perché ogni anno è un’emozione diversa.
Colgo anche l’occasione di ringraziare Paolo De Chiara che è il Presidente dell’associazione e ringraziare tutta l’associazione Dioghenes APS per l’impegno che mettono nell’organizzazione di questo premio. Ringrazio tutti loro perché io sono presidente di giuria ma il lavoro lo fanno tutto loro. Vi abbraccio tutti e vi ringrazio.
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