Ceramiche Noi, impresa di ceramica luxury Made in Italy di Città di Castello, ha celebrato ieri (16 novembre) il quinto anniversario dalla sua fondazione, occasione speciale coincisa anche con l’inaugurazione della nuova sede in via Giulio Pastore (Cerbara), con macchinari sostenibili e all’avanguardia.
Fondata nel 2019 da 12 lavoratori, l’azienda ha avuto una rinascita dopo che l’ex proprietà decise di trasferire la produzione all’estero. Di fronte alla chiusura, i dipendenti hanno rilevato l’attività investendo TFR, Naspi e col sostegno finanziario dei fondi della cooperazione Coopfond e Cfi, hanno acquisito i macchinari e riavviato la produzione. Questa rinascita non solo ha salvato i posti di lavoro, ma ha creato un’impresa di riferimento nell’industria della ceramica artigianale di lusso, che esporta i suoi prodotti in tutto il mondo.
“Per noi è un sogno – ha detto il presidente Marco Brozzi – Se riguardo indietro e penso a quando mi comunicarono che avrei dovuto dire a tutti i dipendenti che l’azienda avrebbe delocalizzato in Armenia, mi viene da piangere. Adesso vedere quello che siamo riusciti a fare con le nostre forze è motivo d’orgoglio moltiplicato per 24. La nostra grande famiglia adesso ha un luogo tutto nostro dove poter poggiare le basi per il futuro dorato”.
“Siamo orgogliosi di loro, – ha affermato Danilo Valenti, presidente di Legacoop Umbria – ma siamo anche consapevoli che questo strumento cooperativo (il WBO) possa aiutare tutti i lavoratori consapevoli del proprio know-how ma che non riescono ad andare avanti. Ceramiche Noi deve rimanere un faro, perché questo traguardo raggiunto dopo un primo momento di buio dimostra che la forma cooperativa, con il suo modello di proprietà condivisa non scalabile e la partecipazione democratica, è tra le più virtuose nel panorama imprenditoriale attuale. La crescita di Ceramiche NOI è stata esponenziale, l’impresa ha generato effetti benefici sul territorio e migliorato la qualità sociale ed economica dei propri lavoratori.”
Durante l’evento, che ha previsto un momento di dialogo su temi centrali per l’industria italiana, come “Cultura, Arte e Innovazione quali motori di rilancio e internazionalizzazione dell’impresa manifatturiera italiana”- toccante è stata la testimonianza del responsabile marketing Lorenzo Giornelli: “Nel primo periodo siamo stati derisi e in parte umiliati. Dove vogliono andare questi? Fra due mesi saranno chiusi. Sono passati 5 anni e siamo qui, tutti insieme. Oggi abbiamo anche la nostra nuova “casetta” e da qui ripartiamo più forti”.
L’azienda nel corso degli anni ha superato varie crisi: prima la pandemia a soli 6 mesi dall’apertura e poi quella energetica che è stata la più dura. Ma l’orgoglio tifernate ha permesso di rimboccarsi le maniche e la cooperativa è stata citata anche dalla presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen, nel suo Discorso sullo stato dell’Unione, come simbolo di resilienza per aver cambiato gli orari di lavoro pur di risparmiare sull’energia. Tripla vittoria.
Dopo varie riunioni e discussioni, in questi mesi è arrivata la decisione unanime di farsi una nuova casa con un nuovo forno più performante, economicamente più vantaggioso ed ecologico, con la sperimentazione dell’idrogeno green, che permetterà di abbattere le emissioni di CO2 dando linfa economica alla cooperativa in maniera sostenibile. Per il design esterno ed interno ci si è ispirati invece ad Alberto Burri – simbolo della città ma anche di resilienza e tenacia – con i colori tipici: il nero, punto da dove sono partiti – l’oscurità di perdere il lavoro e non aver certezza del futuro – e l’oro, colore che oggi li rappresenta, quello della rinascita. La giornata si è conclusa con il tradizionale taglio del nastro nella nuova sede di via Giulio Pastore, a Cerbara.
La storia
Agli operai di Ceramisia di Città di Castello era stata comunicata la delocalizzazione in Armenia ad agosto 2019. Dopo i primi attimi di sconforto, messi di fronte alla possibilità di perdere il lavoro hanno deciso di investire nel proprio futuro. Si sono uniti in cooperativa ed hanno fondato Ceramica NOI, investendo 180 mila euro, acquistando i macchinari utilizzati dalla vecchia proprietà e affittando il capannone. Undici artigiani che in pochi mesi sono riusciti a rimettere in moto il business, riconquistando alcuni dei precedenti clienti e conquistandone nuovi sul mercato. Oggi è una realtà in crescita che offre lavoro a 24 dipendenti tra cui 13 soci con un bacino clienti esteso su 4 continenti. In Umbria all’interno di Legacoop ci sono 15 esperienze di Workers buyout, che occupano quasi 500 persone e con un valore della produzione di 85 milioni di euro.
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