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“Le Cinque Piaghe”, l’ultimo libro di Emanuele Coppola


Un viaggio storico, spirituale e misterico nella Terra di Somma tra monumenti, bellezze, curiosità e luoghi inesplorati. Una sorta di pellegrinaggio accostato all’ ambito della religione cristiana, dell’apprendimento e della crescita intellettuale.

 

 

La presentazione si terrà venerdì 22 novembre 2024 alle ore 18:00 nel Complesso Monumentale Santa Maria del Pozzo. Il libro si avvale della prefazione della Dott.ssa Adele Cerciello.

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Le Cinque Piaghe sono descritte minuziosamente nei Vangeli unicamente dopo la Resurrezione di Nostro Signore. L’apostolo ed evangelista San Giovanni fa notare che a Gesù non fu spezzato alcun osso. Le prime due piaghe corrispondono ai punti dove i chiodi furono infissi: le mani e i piedi. La terza piaga è al costato, risultante da un colpo di lancia di un soldato romano, inflitto per controllare se Gesù fosse effettivamente morto, onde evitare di spezzargli le gambe per causarne il decesso. Quarta piaga sono le ferite riportate sul capo dalla corona delle spine. Quinta piaga, infine, sono le ferite riportate su tutto il corpo dalle frustate. Nel Vangelo, comunque, spesso sono riportati numeri che descrivono episodi precisi della vita di Cristo, in particolar modo: l’uno (1) che è il punto di partenza, l’assioma, la certezza, la divinità per eccellenza; il tre (3), naturalmente, indica la Trinità, la pienezza; il cinque (5), come in questo caso le piaghe; infine il sette (7), in riferimento alle Sette parole di Gesù Cristo in Croce, ma anche alla perfezione delle opere di Dio. Ci fermiamo qui, l’ elenco sarebbe lungo. Nel corso dei secoli, comunque, la devozione alle Cinque Piaghe si è sempre espressa nella preghiera pubblica e privata della Chiesa, così come nell’araldica. In genere, questo culto è legato a quello dei Sacri Chiodi e del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo risorto.

Emanuele Coppola

L’autore, per costruire il suo romanzo alle pendici del Monte Somma, prende spunto da un articolo di un noto quotidiano vesuviano dal titolo Seguaci di Satana a Santa Maria del Pozzo, in riferimento a riunioni notturne segrete nell’antica masseria del Duca di Salza, distante pochissimo dalla chiesa dei Frati Minori Francescani. Su quel giornale, oltre alla classica simbologia demoniaca, ciò che aveva colpito erano alcune macchie di sangue su una parete: ben cinque chiazze, riconducibili a cinque ferite sanguinanti, cinque piaghe di dolore, forse gli inconfondibili segni della Crocifissione secondo l’autore. Le stesse chiazze dipinte nello stemma sotto la volta della chiesa sotteranea (vedi foto). Tale insegna esalta proprio il tema delle stimmate, cioè le cinque piaghe che furono inflitte a Gesù, e che San Francesco ricevette per intervento divino il 14 settembre 1224.

Stemma delle Cinque Piaghe nell’ Abbazia di S. M. del Pozzo

Francesco fu il primo uomo a ricevere le stimmate. Si narra che, intento a pregare presso la Verna, gli apparve un Serafino crocifisso e, al termine di questa visione, comparvero sul suo corpo le stesse ferite che Cristo subì durante la Passione. Lo stemma delle 5 piaghe – spiega l’ avv. e araldista Nicola Pesacane – rientra nello stemma inquartato dell’Ordine francescano dei frati minori. Nel secondo quarto abbiamo le cinque piaghe di Cristo, grondanti sangue, che Francesco patirà come stimmate. Nel primo quarto, invece, le consuete due braccia incrociate, una vestita col saio e una nuda, con le mani forate dalle stimmate e sopra di queste una croce. Tale raffigurazione esalta l’emblema più comune dell’ordine francescano e compare nella chiesa superiore, dentro e fuori, nonché sulla volta di quella inferiore. Le due braccia sono l’una il braccio di san Francesco e l’altra il braccio di Cristo.

Stemma inquartato dell’ Ordine dei Francescani Minori

L’autore, ebbene, distinto conoscitore della storia locale, inizia poi a fantasticare, intersecando le cinque piaghe con cinque monumenti della sua terra: Santa Maria del Pozzo, San Domenico, San Sossio, Starza Regina e Masseria Duca di Salza. Ed ecco, allora, un’emozione esclusiva, un percorso magico: ogni monumento racconta una storia unica, un frammento del passato, tante curiosità e aneddoti, che si intrecciano in modo fantastico. Non solo, l’ autore va alla ricerca di indizi, di prove, per sostenere le sue ipotesi; cerca collaboratori ed esperti per capire un nesso magico tra storia e spiritualità. Da ricercatore, scende e riscende ossessivamente la ripida e consunta scala in piperno, che porta all’antica abbazia sotterranea di S. Maria del Pozzo (1318), disegna piante e prospetti, identifica una grande croce gigantesca strutturale, dove vi sono cinque fori, cinque cavità rilevate in punti, che secondo l’autore, sembrerebbero coincidere proprio con le cinque piaghe. Analizza stemmi araldici e si confronta con testi del Settecento. Il tutto, comunque, si intreccia in un mistero unico, fatto di curiosità, di ansie e di paure sottointese. Alla fine, però, prevale l’amore nella sua interezza: l’amore per la sua terra natia, per l’arte, e soprattutto, l’amore come dono magnifico di Dio.



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