Tragedia su lavoro nel primo pomeriggio di oggi, 19 novembre, intorno alle 14.30 circa in un cantiere edile per la ristrutturazione di un fabbricato civile, al civico 5 di via Molinetto a Refrontolo. Un uomo di 69 anni, Marino Gazzola, operaio di una società edile di Altivole, la “Gazzola”, è precipitato da un’altezza di circa cinque metri ed è morto sul colpo a causa del grave trauma cranico riportato. Intervenuti i carabinieri, i tecnici del nucleo Spisal dell’Ulss 2 ed il Suem 118. Indagini sono in corso per verificare le eventuali violazioni alle misure di sicurezza del cantiere. Il cantiere (sottoposto ora a fermo amministrativo da parte della Procura che ha aperto un fascicolo d’inchiesta) prevede, secondo il cartellone esposto all’esterno, dei lavori di “ristrutturazione con demolizione, ricostruzione e cambio d’uso con ricavo di una nuova abitazione e attività turistica”.
«Le più sentite condoglianze alla famiglia – dichiara Francesco Orrù, segretario generale della Cisl Belluno Treviso – e a tutti i colleghi e collaboratori della vittima. Nei luoghi del lavoro si sta consumando una strage inaccettabile, figlia del mancato rispetto delle misure di sicurezza che sono obblighi di legge e che sono fondamentali per permettere lo svolgimento del lavoro in piena tranquillità. Nel caso specifico, verranno accertate le responsabilità di questa ennesima caduta dall’alto, che è la prima causa di morte nei cantieri edili. Serve un maggiore e più profondo impegno condiviso da tutte la parti in causa per diffondere una vera cultura della sicurezza, che parta dalla formazione, dal rispetto dei contratti e delle norme e che passi per un rafforzamento dei controlli in tutti i luoghi di lavoro».
«Ci si domanda anche – aggiunge Marco Potente, segretario generale della Filca Cisl Belluno Treviso – come sia possibile che un uomo di 69 anni sia ancora al lavoro su un’impalcatura di un cantiere e come sia stato montato il ponteggio da cui è precipitato: un’impalcatura montata a norma di legge impedisce la caduta dall’alto, sia essa dovuta a un malore, a un errore o a una distrazione. Le norme per garantire la sicurezza nei cantieri ci sono e vanno rispettate da tutti, in primis dai datori di lavoro. E se ciò non accade, invitiamo i lavoratori a segnalare alle forze dell’ordine gli abusi, le carenze, le mancate tutele e la carenza anche delle più elementari forme di protezione dei lavoratori». La Filca Cisl ha da tempo messo a disposizione dei lavoratori e dei cittadini “Un segnale per la vita”, un form online su www.filcaveneto.it per inviare in forma anonima le segnalazioni di irregolarità e insicurezza.
«Sono scioccato: il Veneto piange l’ennesimo morto sul lavoro. Un operaio oggi è morto in un cantiere mentre lavorava a Refrontolo, nel trevigiano. Sono trascorsi due mesi dalla manifestazione che abbiamo organizzato per sensibilizzare sui morti sul lavoro, con una chiatta carica di 101 bare – i morti sul lavoro in Veneto nel 2023 – che ha navigato nelle acque di Venezia. Abbiamo voluto, con quell’iniziativa, risvegliare le coscienze, perché i più grossi nemici della sicurezza sono l’indifferenza, l’assuefazione, la rassegnazione. Non possiamo e non vogliamo abituarci a leggere queste notizie, non lo accettiamo». È il commento di Roberto Toigo, segretario generale di Uil Veneto, all’infortunio mortale accaduto oggi in provincia di Treviso.
«Anche oggi è morto sul lavoro un operaio edile, in un cantiere nel trevigiano. Ci uniamo alla famiglia e ai colleghi in un profondo cordoglio. Ma il cordoglio non basta: è necessario fermare al più presto questa vera e propria strage. Morire di lavoro non è accettabile. Il rispetto delle normative e delle procedure di sicurezza, che non sono costo o un lusso, è un dovere al quale corrisponde il diritto di ogni lavoratore alla sicurezza e alla vita». Lo dice il senatore Andrea Martella, segretario regionale del Pd in Veneto, che sottolinea: «purtroppo la nostra regione registra numeri preoccupanti di morti sul lavoro». «I controlli – prosegue Martella –vanno aumentati subito in Veneto come in tutta Italia e per questo abbiamo presentato emendamenti alla manovra: abbiamo proposto di potenziare di 1000 unità l’organico dell’Ispettorato nazionale del lavoro (Inail), stanziando a tal fine 50 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2025, di adeguare il trattamento degli ispettori a corrispondenti qualifiche del sistema sanitario nazionale e il gratuito patrocinio per le vittime di lavoro e loro familiari»
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