In aumento le presenza di emigrati che tornano nella terra d’origine da visitatori: «Siamo i più ambiti». Sui Colli del Prosecco si punta a un milione di presenze: «Aiuterà a destagionalizzare»
Nostalgia canaglia. Il «Turismo delle Radici» è quello che riporta a casa gli ex emigranti e gli italo-discendenti alla ricerca della propria storia familiare e della cultura d’origine. Tra Argentina, Brasile e Stati Uniti, ma non solo, sono circa 80 milioni di persone. Si stima che i potenziali benefici economici generati dal turismo delle radici in Italia sia di 65,8 miliardi di euro. Ebbene, il Veneto è terra di emigrazione da sempre ed è pure la regione più ambita: 7,9 miliardi di euro potenziali, ancora da raccogliere. «Un settore dalle ottime prospettive, che valorizza un turismo capillare e destagionalizzato, ma che di certo ha bisogno ancora di molti investimenti» dice l’assessore regionale Federico Caner, che porterà a giorni in Giunta il prossimo piano strategico triennale sul turismo.
Il forum sul turismo
È questo uno dei dati emersi dal rapporto strategico sul turismo sostenibile presentato da Benedetta Brioschi di Teha Group per Ambrosetti durante la seconda edizione del «Forum nazionale sul turismo sostenibile e i patrimoni dell’umanità», con il tema «Dalle radici alle nuove tendenze: l’evoluzione del turismo sostenibile nei territori italiani» tenutosi nel castello di Castelbrando a Cison di Valmarino, nel Trevigiano. Presenti circa duecento attori del mondo del turismo di livello internazionale. Dice Marina Montedoro, presidente dell’associazione Unesco (che ha organizzato l’evento in collaborazione a Regione e ai consorzi del Prosecco Doc e di Conegliano e Valdobbiadene): «Le nostre Colline aspirano a essere non solo una meta turistica a livello internazionale, ma anche un luogo di dialogo e confronto tra professionisti, operatori e istituzioni, al fine di orientare le politiche turistiche del futuro».
Numeri (e gap) del Veneto
Teha ha elaborato un modello con cui analizza la domanda «ipotetica» dei turisti e l’offerta «reale» dei territori. In sintesi, i turisti cercano il Veneto più per l’enogastronomia che non per gli eventi. Entrando nel dettaglio, per il paesaggio e la cultura abbiamo una offerta da quarti in classifica e una richiesta di turismo da secondi; per l’enogastronomia primi a livello nazionale (come per il settore balneare-costiero) e un’offerta da quinto e terzo posto. Cresce il turismo di montagna: terzi per domanda e quarti per offerta, mentre quello degli eventi sportivi e culturali ha una domanda da quinto posto e la «peggiore» offerta (sesto posto). Rimane in termini complessivi una leadership forte: primi per arrivi e presenze (70% dall’estero).
Il boom delle colline del Prosecco
Sul palco è intervenuto anche il governatore Luca Zaia: «Ci distinguiamo per le 73 milioni di presenze turistiche, la digitalizzazione e gli investimenti nel mondo green, ma soprattutto per la capacità di tradurre queste eccellenze in una gestione organizzata», ha detto. Ultima fotografia dedicata alle Colline del Conegliano Valdobbiadene, che stanno vivendo una nuova era di destagionalizzazione anche grazie al cammino (crescite a doppia cifra nei primi mesi invernali; Zaia ha posto come obiettivo «un milione di presenze»). Un trend confermato anche dai dati presentati da Airbnb, che ha siglato un accordo per valorizzare il territorio Unesco del Prosecco in ottica anti-overtourism. Tra il 2022 ed il 2023 l’area delle Colline ha fatto registrare tassi di crescita negli annunci attivi del 25%, con arrivi di ospiti nelle strutture di oltre il 35%. Il 60% dei visitatori proviene dall’estero, con gli Stati Uniti come primo Paese, seguito da Germania, Francia, Regno Unito e Spagna.
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