Secondo il report l’aumento è stato del 10% ma il capoluogo ciociaro spicca anche per la percentuale di raccolta differenziata più alta
I dati parlano chiaro: è di 376 euro la spesa sostenuta durante il 2024 nel Lazio per la Tari. Una spesa in aumento rispetto al 2023. È quello che emerge dal Rapporto 2024 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di CittadinanzAttiva, pubblicato in queste ore. Che cosa dice il Rapporto?
Che aumenta del 5,5% rispetto al 2023 la spesa sostenuta da una famiglia nel Lazio per la tariffa dei Rifiuti. In media nel 2024 è di 376 euro rispetto ai 360 euro dello scorso anno. Spiccano le differenze fra i singoli capoluoghi: 432 € a Latina, 332 € a Frosinone, dove l’aumento è stato però ben del 10%.
L’aumento medio su scala nazionale
A livello nazionale la spesa si attesta sui 329€, con un aumento del 2,6% rispetto all’anno precedente. Rispetto alla raccolta differenziata, nel 2022, seppur con dieci anni di ritardo rispetto a quanto previsto dalla normativa europea, si è superato l’obiettivo del 65% di rifiuti differenziati a livello nazionale. Nel Lazio invece siamo ancora al 54,5% con notevoli disparità fra i singoli capoluoghi.
Anche in questo caso, si va dal 69,6% a Frosinone ad appena il 44% a Latina.
L’indagine ha interessato le tariffe rifiuti applicate in tutti i capoluoghi di provincia italiani nel 2024 ed ha preso come riferimento una famiglia tipo composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. I costi rilevati sono comprensivi di Iva e di addizionali provinciali.
COMUNE | TARI 2024 | TARI 2023 | VARIAZIONE |
---|---|---|---|
Frosinone | 332 € | 302 € | +10,0% |
Latina | 432 € | 460 € | -6,2% |
Rieti | 373 € | 341 € | +9,4% |
Roma | 394 € | 378 € | +4,2% |
Viterbo | 348 € | 320 € | +8,8% |
Media | 376 € | 360 € | +5,5% |
Dove ci sono stati gli aumenti e dove la tariffa è scesa? Il quadro è questo.
COMUNE | PRODUZIONE PRO-CAPITE | RU RD 2022 |
---|---|---|
Frosinone | 498,5 ↑ | 69,6% ↑ |
Latina | 520,1 ↓ | 44,0% ↑ |
Rieti | 487,6 ↑ | 55,3% ↑ |
Roma | 579,4 ↑ | 45,9% ↑ |
Viterbo | 408,6 ↓ | 55,8% ↓ |
Media | 501,4 ↓ | 54,5% ↑ |
Il quadro nazionale di tariffe e differenziata
Nel 2024 la spesa media annuale per la famiglia tipo individuata è di €329 con un aumento del 2,6% circa rispetto all’anno precedente. Il Trentino Alto Adige è la regione più economica (203€), mentre la Puglia è la più costosa (426,50€ con un aumento di oltre il 4% rispetto all’anno precedente).
Catania è il capoluogo di provincia in cui, come lo scorso anno, si paga di più: 594€ annui, senza variazioni sul 2023. Trento invece è quello in cui si paga meno: 183€, di poco inferiore rispetto al 2023.
Dalla top ten dei capoluoghi più costosi escono Benevento, Latina, Messina e Salerno. Entrano invece Andria, Cagliari, Pistoia e Trapani. Dalla top ten dei meno cari, esce Bolzano ed entra Siena.
Sono state riscontrate variazioni in aumento in 84 capoluoghi sui 110 esaminati. Variazioni in diminuzione in 20 capoluoghi e situazioni sostanzialmente invariate nei casi restanti. Secondo i dati raccolti dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) in Italia nel 2022 sono state prodotte circa 29,1 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (-1,8% rispetto al 2021).
Variazioni e dati Ispra
La produzione pro capite è di circa 494 chilogrammi per abitante (-1,6% rispetto al 2021), con valori più elevati al Centro (532 Kg/ab.) seguito dal Nord (506 kg/ab.) e dal Sud (454 Kg/ab.). La media nazionale di raccolta differenziata ha raggiunto il 65,2% (+ 1,2% rispetto al 2021) mentre il 18% dei rifiuti urbani prodotti finisce in discarica.
A livello di aree geografiche il Nord si posiziona al primo posto (71,8%) seguito da Centro (61,5%) e Sud (57,5%). A livello di capoluoghi di provincia, la percentuale di raccolta differenziata pari o superiore al 65% è stata raggiunta da poco più della metà di essi (57%). In 20 capoluoghi di provincia siamo ancora al di sotto dell’obiettivo del 50%, il cui raggiungimento era previsto nel 2009. Tra questi spiccano Palermo, con percentuale di raccolta differenziata al 15,6%, Crotone al 21,4%, Catania al 22% e Foggia al 26%.
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