Regione che vai, pasticca che trovi: il rapporto 2023 sull’utilizzo dei farmaci racconta l’Italia e le sue regioni, le abitudini dei cittadini e quanto spendono per curarsi.
Dati importanti, ovviamente, a sostegno anche di politiche adeguate e scelte conseguenti.
Ma dal Rapporto Osmed 2024 (che analizza l’uso dei farmaci in Italia) emergono anche curiosità che ‘raccontano’ il cittadino molisano.
Benzodiazepine, per esempio: il consumo in Molise è diminuito dell’1,6% rispetto al 2016 ma con un andamento altalenante che ha visto il suo picco nel 2018 (29,3 DDD/1000 abitanti, cioè dosi definite die che significa semplicemente numero di abitanti che le usano su 10mila) e nel 2020 e 2021 (dato immutato a 28,7 DDD/1000 abitanti). Nel 2023, ultimo dato rilevato, si registra 27,2 DDD/1000. Quasi tutte le regioni registrano un decremento nell’uso di benzodiazepine tranne la Basilicata (più 5), la Calabria (più 6) e la Sicilia (più 1,9).
Sul fronte contraccettivi, dal 2016 al 2023 si è registrato ovunque un lento ma costante incremento dell’utilizzo della contraccezione farmacologica. I consumi sono aumentati particolarmente nelle macroaree geografiche del Sud (+4,6%) e del Centro (+4,2), e in misura minore al Nord (+0,9%). Ma si notano differenze abissali, ad esempio, tra la Sardegna (che raggiunge il valore più alto con 294 DDD) e il Molise che assieme a Campania e Basilicata, registrano i minori livelli di consumo (circa 60 DDD). In regione si registra una variazione percentuale in aumento, ad ogni modo nel periodo preso in esame e cioè 2016-2023. Un più 3,7% ma a questo dato si arriva in maniera altalenante con un picco dell’utilizzo della ‘pillola’ registrato nel 2016 (62,4 DDD/1000). Nel 2023, il dato si assesta a 61 DDD/1000.
Capitolo disfunzione erettile, alias pillola blu: negli ultimi otto anni il consumo di questa categoria evidenzia una costante crescita con un incremento del 56% tra il 2016 e il 2023 e una variazione media annuale del +5,7%; nello stesso periodo il costo medio per DDD della categoria si è quasi dimezzato (da 8,00 euro a 5,11) per la scadenza brevettuale delle principali molecole. Nelle regioni del centro vi è un consumo del 25% superiore alla media (7,0 vs 5,6 DDD), i valori del Sud sono invece simili al dato nazionale, mentre quelli del Nord risultano del 12% inferiori. Campania e Lazio registrano i consumi più elevati con 7,6 e 7,3 DDD rispettivamente, Sardegna (+14,4%) e Calabria (+8,5%) fanno rilevare gli aumenti più elevati (dati calcolati sulla popolazione maschile di età maggiore ai 18 anni). E in Molise? Da un iniziale e timido 2,9 DDD/1000 del 2016, siamo a 4,8 DDD/1000. L’unica flessione si è registrata nel 2020 per essere prontamente recuperata nel 2021: se era 3,5 DDD/1000, si è passati in 12 mesi a 4,3 DDD/1000. Quindi 5,4 persone su 1000 abitanti acquistano medicinali per le disfunzioni erettili, dato che supera la media nazionale.
E veniamo ad un grande classico, gli antipiretici e i FANS. Dal 2016 al 2023 il consumo di farmaci antipiretici è passato da 19,2 a 26,5 DDD/1000 abitanti die con una variazione media annuale del 4,1%, mentre tra il 2022 e il 2023 vi è stata una riduzione dell’1,9%. Nelle macroaree del Nord vi siano consumi maggiori rispetto alla media nazionale (28,7 DDD), mentre il Centro (26,1 DDD) e in particolare il Sud e Isole (23,5 DDD) fanno rilevare consumi inferiori alla media. In confronto al 2022, Nord e Centro risultano con consumi in contrazione (-3,2% e -2,5% rispettivamente) al contrario al Sud vi è un leggero aumento (+0,9%). Nel dettaglio regionale la Sicilia, con 17,8 DDD, ha un valore di circa la metà inferiore a quello della Valle d’ Aosta (35,0 DDD). In Molise da 14,9 abitanti su 1000 del 2016 si è arrivati ai 19,1 del 2023 che assieme al 2022 è l’anno durante il quale il consumo è stato maggiore. Segno più, anche se la variazione percentuale sul periodo 2016-2023 è di 0,7 ma comunque al di sopra della media del Centro che invece registra un – 2.5.
Il tema è ovviamente serio, anzi serissimo. Attiene la sfera della salute, l’impatto delle malattie sulle vite, i numeri che trovano un sostegno nelle statistiche attinenti all’uso dei farmaci. E il rapporto si concentra sulle varie tipologie di farmaci, comprendendo anche quelle destinate alla cura di patologie ben più gravi.
Il dato generale, per l’anno 2023, evidenzia che in totale la spesa territoriale pubblica, comprensiva della spesa dei farmaci di classe A erogati in regime di assistenza convenzionata e in distribuzione diretta e per conto, è stata di 13,0 miliardi di euro, registrando un aumento del 3,0% rispetto al 2022. La spesa a carico dei cittadini, comprendente la quota della compartecipazione (ticket regionali e differenza tra il prezzo del medicinale a brevetto scaduto e il prezzo di riferimento), l’acquisto privato dei medicinali di classe A e la spesa dei farmaci di classe C, è stata pari a 10,6 miliardi di euro, con un aumento del 7,4% rispetto al 2022. A influire su questo anda- mento sono stati l’aumento della spesa dei medicinali per automedicazione (+10,5%), insieme a quelli dispensati negli esercizi commerciali (+12,7%), e della spesa dei farmaci di classe C con ricetta (+9,0%), mentre l’acquisto privato dei farmaci di classe A registra un incremento minore (+5,9%).
Nel 2023 sono state consumate in media, in regime di assistenza convenzionata, 18 confezioni per ciascun cittadino e 1128,1 dosi per mille abitanti ogni giorno (-0,8% rispetto al 2022).
Nel 2023 il 67,4% degli assistiti ha ricevuto almeno una prescrizione di farmaci, con una spesa pro capite di 207,41 euro e un consumo di 1.182,7 DDD/1000 abitanti die; si evidenzia una differenza di esposizione ai farmaci tra i due sessi, con una prevalenza che raggiunge il 63,0% nei maschi e il 72,0% nelle femmine.
I consumi crescono con l’aumentare dell’età, in particolare la popolazione con più di 64 anni assorbe oltre il 60% della spesa e delle dosi. Le Regioni del Nord registrano una prevalenza inferiore (64,2%) rispetto al Centro (69,4%) e Sud Italia (70,5%).
Nel corso del 2023, inoltre, 4,4 milioni di bambini e adolescenti assistibili hanno ricevuto almeno una prescrizione farmaceutica, pari al 48,6% della popolazione pediatrica italiana, con una prevalenza leggermente superiore nei maschi rispetto alle femmine (49,1% vs 47,6%).
Le Regioni con un reddito pro capite più basso registrano una spesa farmaceutica più elevata. Analizzando, invece, la correlazione tra il reddito pro capite regionale e la spesa privata pro capite, non emerge una vera e propria correlazione tra le due variabili.
Inoltre, si evidenzia come la Campania, tra le Regioni con il reddito più basso, presenti la spesa privata più elevata, e, al contrario la PA di Bolzano, quella con il reddito più alto, registri dopo Abruzzo, Molise, Basilicata, Puglia, PA di Trento e Friuli-Venezia Giulia, la spesa meno elevata.
La Regione con il valore più elevato di spesa lorda pro capite per i farmaci di classe A-SSN èstata la Campania con 196,1 euro pro capite, mentre il valore più basso si registra nella PA di Bolzano (116,3 euro pro capite), con una differenza tra le due Regioni del 69%.
Sul lato dei consumi, la Regione che evidenzia i livelli più elevati è la Basilicata con 1.289,5 DDD/1000 abitanti die, mentre i consumi più bassi si riscontrano nella PA di Bolzano (861,3 DDD/1000 abitanti die); in generale nelle Regioni del Sud si consuma e si spende mediamente di più rispetto al Nord e al Centro per i farmaci erogati in regime di assistenza convenzionata.
Analizzando l’andamento della spesa e dei consumi rispetto all’anno precedente, si osserva come il Nord (+0,4% nella spesa e +0,0% nei consumi) registri un andamento stabile rispetto alle Regioni del Centro e del Sud che mostrano valori di consumo e di spesa in lieve riduzione.
La spesa a carico del cittadino per i farmaci di automedicazione, di fascia C con ricetta e di fascia A è stata, a livello nazionale, pari a 155,8 euro pro capite; si osserva, tuttavia, una discreta variabilità tra le Regioni, che oscilla tra il valore massimo della Sardegna di 231,4 euro pro capite e il minimo del Molise di 107,9 euro.
Contrariamente a quanto riscontrato per i farmaci in classe A rimborsati dal SSN, le Regioni del Centro hanno una spesa privata superiore rispetto a quella registrata dalle Regioni del Nord e Sud Italia. Il Centro e il Sud registrano il maggiore incremento in termini di spesa rispetto all’anno precedente (+13,5% e +12,2% rispettivamente), ben al di sopra della media Italia (+9,2%); il Nord presenta un aumento più moderato (+5,3%) sia rispetto alla media Italia che rispetto alle altre aree geografiche.
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